Mondiali day 2: Fantini in finale

14 Settembre 2025

A Tokyo la campionessa europea avanti nel martello. Promossi in semifinale Arese e Riva (1500), Carmassi e Carraro (100 ostacoli)

Ai Mondiali di Tokyo la campionessa europea Sara Fantini centra la finale del martello con 71,06. Accedono alla semifinale dei 1500 Federico Riva (3:36.28) e Pietro Arese (3:40.91), eliminato Joao Bussotti con 3.38.38. Avanti nei 100hs Giada Carmassi con 12.83 (-0.2) e  Elena Carraro con 12.86 (0.0). Ventesima piazza per Rebecca Lonedo nella maratona con 2h33:40.

Sara Fantini non tradisce, supera la qualificazione del martello e per il quinto anno consecutivo conquista la finale in una rassegna globale: due olimpiche e tre mondiali. Una storia iniziata proprio a Tokyo nei Giochi del 2021. L’azzurra piazza due lanci molto vicini con 71,06 in avvio e poi 70,73, meno lungo l’ultimo che atterra a 67,30. In classifica è quinta nel gruppo A, c’è da attendere il successivo e chiude al decimo posto, tra le prime dodici che torneranno in pedana lunedì alle ore 14.00 italiane per la finale dove mancherà la statunitense Brooke Andersen, capolista mondiale stagionale, fuori con tre nulli.

L’Italia porta due mezzofondisti in semifinale nei 1500 metri: Pietro Arese vince la sua batteria in 3:40.91 , con una bella impressione nell’ultimo giro, a pari merito con il portoghese Isaac Nader e davanti al talento olandese Niels Laros (3:41.00). Pollice in su anche per Federico Riva, quarto in 3:36.28 nella gara dove il francese leader mondiale dell’anno Azeddine Habz non passa il turno. Out invece Joao Bussotti che arriva nono in 3:38.38 e qui fa scalpore l’eliminazione del big norvegese Jakob Ingebrigtsen al debutto stagionale all’aperto, in ritardo di condizione dopo l’infortunio, e del keniano Phanuel Koech per una caduta.

Entrano in semifinale le due azzurre dei 100 ostacoli, entrambe dalla porta principale, a cominciare da Giada Carmassi con 12.83 (-0.2) nella batteria dominata in 12.48 dall’olandese Nadine Visser: la primatista italiana, dopo una partenza non ottimale, trova un buon ritmo tra le barriere e coglie il secondo posto davanti alla cubana Greisys Roble (12.84). Disco verde anche per Elena Carraro in 12.86 con vento nullo, a soli due centesimi dal personale, terza per due millesimi sulla finlandese Lotta Harala (12.86) ma in ogni caso sarebbe passata anche con i tempi di recupero, mentre il successo è della nigeriana Tobi Amusan (12.53) che precede la bahamense Devynne Charlton (12.69).

Si decide in volata la maratona femminile con il successo di Peres Jepchirchir: da Tokyo a Tokyo dopo quattro anni per la keniana che trionfò ai Giochi (sulle strade di Sapporo) e stavolta si impone in 2h24:43 al termine di un lungo duello con l’etiope ex primatista mondiale Tigst Assefa (2h24:25). Per il bronzo c’è l’inattesa Julia Paternain (2h27:23), già britannica ora in maglia Uruguay, seguita dalla statunitense Susanna Sullivan, in fuga per oltre metà gara e quarta al traguardo con 2h28:17. L’azzurra Rebecca Lonedo chiude al ventesimo posto in 2h33:40 con una corsa in rimonta per recuperare diverse posizioni nella seconda parte, alla terza esperienza in carriera sulla distanza.

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