Tokyo: Scotti record 44.45, Sioli in finale
14 Settembre 2025Edoardo Scotti al record italiano dei 400 metri, Matteo Sioli in finale nel salto in alto. Sono i due momenti clou della seconda serata dei Mondiali di Tokyo. 'Edo' sgretola il primato del giro di pista in batteria, correndo in 44.45, un tempo che migliora di ben tre decimi il precedente limite condiviso con Luca Sito (44.75) e che lo proietta nella top ten europea di ogni epoca, al decimo posto. Scotti si qualifica così per la semifinale di dopodomani, martedì, giornata che vedrà in programma anche l'atto finale dell'alto, con il 19enne Sioli che si qualifica alla prima presenza in un Mondiale: 2,25 è la misura decisiva, superata alla seconda prova, dopo aver evitato l'eliminazione con 2,21 al terzo tentativo. Quota che invece risulta 'fatale' a Gianmarco Tamberi, che come gli altri azzurri Manuel Lando e Stefano Sottile oltrepassa 2,16 e saluta la gara cinque centimetri più su. Non è una notte da ricordare per gli sprinter. Marcell Jacobs esce di scena in semifinale nei 100 con 10.16 (+0.1) e al termine annuncia riflessioni sul futuro: "E’ arrivato il momento di prenderci un po’ di tempo e capire quando è il momento di lasciar andare”. Al femminile, Zaynab Dosso non fa meglio di 11.22 (+0.2). Nelle finali, sfrecciano il giamaicano Oblique Seville (9.77/+0.3) sotto gli occhi di Usain Bolt, e la statunitense Melissa Jefferson-Wooden con il record dei campionati di 10.61 (+0.3). Eliminazioni nelle batterie dei 400 per Anna Polinari (51.55, prima delle escluse), Alice Mangione (51.70) e Luca Sito (46.22), nella semifinale dei 1500 squalificata Marta Zenoni (inizialmente promossa in finale) per danneggiamento a un'avversaria, out Gaia Sabbatini (4:12.93).
Un formidabile record italiano apre la serata della seconda giornata ai Mondiali di Tokyo. Nei 400 metri Edoardo Scotti vola in 44.45 e toglie ben tre decimi in un colpo solo al primato nazionale di 44.75 che aveva eguagliato quest’anno agli Europei a squadre di Madrid pareggiando il crono dell’anno scorso di Luca Sito. È strepitosa la gara del lodigiano che si qualifica per la semifinale iridata con il terzo posto in batteria dietro allo statunitense Jacory Patterson (43.90), uno dei principali favoriti per il titolo, e al giamaicano Rusheen McDonald (44.38). L’azzurro firma un risultato di prestigio a livello internazionale perché entra nella top ten europea di sempre, al decimo posto, sfrecciando sul giro di pista dalla nona corsia, la più esterna, con un gran passaggio ai 200 in 21.04 prima di chiudere in piena spinta davanti al botswano Collen Kebinatshipi (quarto con 44.48). Per il 25enne dei Carabinieri c’è l’ottavo tempo complessivo del primo turno, il migliore tra gli europei, e sognare in grande non è vietato. Fa quello che può Luca Sito, al settimo posto nella sua batteria, eliminato con il primato stagionale di 46.22 in un anno contrassegnato dai problemi fisici. Tra le donne Anna Polinari è la prima delle escluse dalle semifinali: al terzo impegno nell’arco di trentadue ore, dopo i due turni della staffetta, la veronese con 51.55 arriva quinta in batteria. È un tour de force anche per Alice Mangione che coglie lo stesso piazzamento nella sua gara in 51.70.
“Mi sentivo molto bene, avevo bisogno di continuare a ripetermi che posso ambire alla finale - sottolinea Edoardo Scotti - e penso di averlo dimostrato. Ho fatto un passaggio molto veloce per i miei standard con belle sensazioni, poi ho perso un appoggio a trenta-quaranta metri dal traguardo e vuol dire che posso migliorare ancora. La nona corsia non mi ha spaventato, anzi non vedevo l’ora perché in questo modo avevo me stesso come punto di riferimento. Non ho corso la finale della staffetta mista ieri sera, ringrazio tecnici e compagni di squadra che mi hanno permesso di riposare. Spero di recuperare bene in due giorni, per la semifinale di martedì, e di arrivarci con la testa che avevo oggi”.
Un azzurro nella finale dell’alto: il giovanissimo Matteo Sioli, a diciannove anni, sbarca tra i migliori al mondo con 2,25 alla seconda prova sfiorando l’asticella dopo essersi salvato con 2,21 al terzo e ultimo appello. È un’altra tappa importante nel percorso di crescita del talento milanese, vent’anni da compiere il 1° ottobre, oro europeo under 23 e bronzo continentale indoor dopo l’argento iridato under 20 della scorsa stagione. Niente da fare invece per Gianmarco Tamberi: il campione uscente salta 2,16 alla prima, in gara con una vistosa fasciatura alla coscia sinistra. Sulla pedana dell’oro olimpico di quattro anni fa, il capitano azzurro alla quota di 2,21 commette tre errori: al secondo tentativo chiama il tifo e sbaglia di poco toccando l’asticella nell’ultima fase del salto, poi il terzo nullo è più netto e rimane qualche attimo sui sacconi prima di ricevere l’applauso del pubblico. Stessa sorte per Stefano Sottile e Manuel Lando, entrambi con 2,16 prima di tre ‘X’ a 2,21. “Ho trovato un po’ di difficoltà - racconta Matteo Sioli - in una gara cominciata davvero male, ma sono felice per come è andata. Non ho niente da perdere, c’è qualcosa da mettere a posto e cercherò di arrivare preparato alla finale. Ringrazio Gimbo per esserci stato: sapeva che era un rischio, ha avuto il coraggio di provarci”. “Torno a casa con tanto rammarico - le parole di Gianmarco Tamberi - perché le sensazioni in riscaldamento erano buone, finché ho saltato con nove passi e quindi due in meno, poi quando ho messo tutta la rincorsa non ho azzeccato neanche un salto. Poteva succedere, sapevo che c’erano tanti punti interrogativi in questo Mondiale. Fa più male perché c’è stato tanto lavoro negli ultimi due mesi, ho accelerato tanto per esserci e dispiace non essere riuscito a ottenere il risultato minimo che era la finale. Ho voglia di rifarmi, non vedo l’ora di tornare ad allenarmi. Sioli si merita la finale, è un ragazzo super, riuscirà a togliersi grandi soddisfazioni perché ha il carattere giusto”.
Si ferma in semifinale l’avventura mondiale nei 100 di Marcell Jacobs, al sesto posto con il primato stagionale di 10.16 (+0.1) che non può bastare per andare avanti in un’annata decisamente difficile. Nello stadio dove ha scritto la storia nel 2021 conquistando due ori olimpici (100 e 4x100) riesce a cogliere una buona partenza e corre bene nella prima parte di gara, poi emergono gli avversari con il campione in carica Noah Lyles (9.92) davanti al nigeriano Kayinsola Ajayi (9.93). Nelle altre ‘semi’ scaldano i motori Kenneth Bednarek e Kishane Thompson, a pari merito in 9.85 (+0.2), e Oblique Seville con 9.86 (0.0). “Chiudere una stagione correndo questi tempi un po’ dispiace - commenta Marcell Jacobs - e so che non è quello che valgo, ma adesso nelle gambe ho questo. Mi sento pesante, rigido, sono tempi che facevo quando ero saltatore in lungo. Dopo l’anno scorso avevo ripreso un po’ di fiducia, ma mi ero ripromesso che se ci fosse stata una stagione complicata, sempre a rincorrere, avrei ripensato se ricominciarne un’altra. È arrivato il momento in cui fare queste riflessioni, mi prenderò un po’ di tempo, non è una scelta facile ma va capito quando è il momento di lasciare andare”.
Al femminile nei 100 metri Zaynab Dosso è meno incisiva rispetto alla batteria: stavolta è sesta in 11.22 (+0.2), per la finale ci voleva un crono a ridosso del suo record italiano di 11.01 visto che l’ultimo crono utile è 11.02 della britannica Amy Hunt. Per l’oro sembra inavvicinabile la statunitense Melissa Jefferson-Wooden, 10.73 (+0.2).Peccato per Marta Zenoni, squalificata nella semifinale dei 1500 per un contatto con la tedesca Nele Wessel a due giri dal termine. La bergamasca si piazza sesta (4:08.35) al traguardo, ma la gioia per il passaggio del turno dura soltanto pochi minuti finché non arriva la notizia che la esclude dalla classifica. Eliminata anche Gaia Sabbatini, undicesima in 4:12.93 in un’altra ‘semi’ piuttosto movimentata con l’etiope Freweyni Hailu a terra nelle fasi iniziali e l’azzurra costretta a evitarla prima di perdere terreno, vince con il miglior crono del turno la keniana primatista mondiale Faith Kipyegon (4:00.34).
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